Materiali fonoassorbenti

I MATERIALI FONOASSORBENTI QUALI: POLIURETANO ESPANSO, RESINA MELAMMINICA O FIBRA DI POLIESTERE, VENGONO UTILIZZATI PER MODIFICARE LA RISPOSTA ACUSTICA O IL TEMPO DI RIVERBERO AL FINE DI MIGLIORARE LA QUALITÀ DEL SUONO NEGLI AMBIENTI CHIUSI.

I materiali fonoassorbenti trovano largo impiego nell’industria, nella nautica, all’interno di compressori, generatori etc.. I materiali fonoassorbenti possono essere a struttura fibrosa, tipo fibre di poliestere o i materiali espansi (poliuretani, resine melamminiche) a strutture cellulari aperte. Le prestazioni dei materiali fonoassorbenti sono fortemente influenzate da:

  • spessore del materiale: fibra di poliestere, resina melamminica, poliuretano;
  • applicazione: rapporto corretto tra unità fonoassorbenti e volumetria locale;
  • forma del materiale: la forma bugnata o piramidale degli espansi può aumentare la superficie di contatto a disposizione rispetto a lastre piane e migliora il coefficiente (α) di assorbimento acustico;

  • La caratteristica fisica dei materiali fonoassorbenti è quella di non restituire l’energia sonora che li investe. Questo particolare comportamento dei materiali deriva dalla loro attitudine a dissipare l’energia acustica che li investe, trasformandola in energia meccanica e in calore attraverso l’attrito e alla movimentazione dell’aria contenuta nella porosità degli alveoli.

    Il grado di fonoassorbenza di un materiale viene espresso dal suo coefficiente di assorbimento acustico (α) dato dal rapporto tra energia sonora assorbita e energia sonora che lo investe. Un materiale dotato di coefficiente di assorbimento α=1 è totalmente fonoassorbente, mentre un materiale che abbia α=0 è totalmente RIFLETTENTE.

    Negli ambienti chiusi, il rumore provocato da una sorgente sonora in parte si propaga attraverso le strutture di confine (pareti) e in parte viene riflessa al suo interno. La parte riflessa internamente provoca una sovrapposizione continua di onde dirette e onde riflesse all’interno della struttura stessa. L’effetto in sostanza, è un po’ quello che si assiste nei grandi volumi vuoti, come: chiese, capannoni, dove al suono diretto della voce, o dei macchinari, si assommano anche le riflessioni delle pareti stesse. Il risultato è un caos di suoni sovrapposti, fastidiosi, denominato RIVERBERO O ECOSONORA. Questo fenomeno, oltre a rendere l’ambiente sgradevole, rende difficoltoso sentire e capire le voci.

    Solo dopo un’adeguata analisi strumentale “fonometrica” potrà essere rilevato il TEMPO DI RIVERBERO, e di conseguenza calcolare la quantità di materiale fonoassorbente necessario, a ridurre il fenomeno della riverberazione e avere una buona intelligibilità del parlato.

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